Memoria mariana di origine devozionale, istituita da Pio XII, l’odierna celebrazione ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce le parole ed i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore (cfr Lc 11,28). (Mess. Rom.)
Martirologio Romano: Memoria del Cuore Immacolato della beata Vergine Maria: serbando nel proprio cuore la memoria dei misteri di salvezza compiuti nel suo Figlio, ne ha atteso con fiducia il compimento in Cristo.
Il promotore della festa liturgica del Cuore Immacolato di Maria fu S. Giovanni Eudes (1601-1680) che già verso il 1643, la cominciò a celebrare con i religiosi della sua congregazione. Nel 1668 le festa e i testi liturgici furono approvati dal cardinale legato per tutta la Francia, mentre Roma si rifiutò più volte di confermare la festa. Fu solo dopo l’introduzione della festa del S. Cuore di Gesù nel 1765, che verrà concessa qua e là la facoltà di celebrare quella del Cuore di Maria, tanto che anche il Messale romano del 1814 la annovera ancora tra le feste “pro aliquibus locis”. Papa Pio XII estese nel 1944 la festa a tutta la Chiesa, a perenne ricordo della Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, da lui fatta nel 1942. Il Culto del Cuore Immacolato di Maria ha ricevuto un forte impulso dopo le apparizioni di Fatima del 1917.
La chiesa lungo via Campomicciolo è stata costruita negli anni 1948-1950 con pietre portate dalla vicina cava di Monteargento e mattoni presi dalle baracche dimesse dagli operai che avevano costruito la centrale di Monteargento.
Il 1 Novembre 1974 nasce giuridicamente la Parrocchia Sacro Cuore Immacolato di Maria. Sino ad allora era stata prima parte della Parrocchia di Papigno, poi di S.Gabriele,al villaggio Matteotti.
Chiesa Santa Maria Maddalena
Chiesa di Santa Maria Maddalena. Si raggiunge con una breve diramazione sulla sinistra, quasi al termine di via Giandimartalo di Vitalone. La chiesa è sorta su di un preesistente insediamento eremitico cui si riferisce una pergamena del 1353 che registra la donazione a Paolo di Cono, Priore Magnifico della Compagnia dei Frustati, di uno speco con orto e terre situato nella valle de ‘lu strittu’, identificabile con Vallestretta.
Lo speco, trasformato nel 1420 in chiesa di Santa Maria Maddalena, accolse in ritiro il Beato Antonio da Terni e padre Cirillo Paradisi, ivi sepolto. Nel 1571 la confraternita dei Flagellati concesse ai cappuccini Nicola Calvaddi di Mirandola e Pietro di Mantova l’uso dell’eremo poi abbandonato quando i cappuccini costruirono un loro convento nei pressi della città. Solo i ‘santesi’ (laici che preparavano con le questue di un intero anno i festeggiamenti nel giorno dedicato alla santa) tennero in vita la tradizione di celebrare ogni anno, il 22 luglio, la festa di S. Maria Maddalena. Rimaneggiata più volte nella struttura e completamente intonacata, la chiesa non conserva tracce dell’originaria costruzione e degli affreschi che la decoravano; in una vicina grotta sono ancora visibili, anche se molto deteriorati, affreschi raffiguranti Santi ed un Calvario.